2000 – 2024: com’è cambiato il mercato dell’automotive
Parte 2
Ibride + Mild è la categoria più venduta, quindi i consumatori in realtà non sono chiusi verso l’innovazione giusto?
Sì, è corretto dire che i consumatori in realtà non sono chiusi nei confronti dell’innovazione, però deve essere un’innovazione intelligente, che non crei problemi e che non complichi la vita.
Gli italiani sono furbi, lo sappiamo, perciò non vogliono seccature in più. Ecco quindi che l’ibrido oggi appare come la scelta migliore. Poi, ci sono l’ibrido full, che è un ibrido vero, e l’ibrido mild, che in realtà è un palliativo, che aiuta a contenere emissioni e consumi, ma di fatto è l’aggiunta di un piccolo componente elettrico su un motore termico: questo vuol dire che il motore ibrido full può anche viaggiare – in qualche momento – soltanto in elettrico mentre l’ibrido mild non lo fa mai.
Dopodiché, sappiamo che il mercato italiano continua a essere refrattario nei confronti dell’elettrico (4,2% nel 2024) perché è una seccatura e costa un sacco di soldi; in aggiunta, si svaluta moltissimo l’usato, che non viene neanche rivenduto facilmente.
Non piace troppo nemmeno il plugin hybrid, che è l’ibrido in grado di coprire fino a 100 km circa in full electric (3,3% in calo contro il 4,4% del 2023).
Sono due motorizzazioni che in questo momento non vengono considerate.

David Giudici, una vita tra i motori
“A mille ce n’è…” cantavano un tempo e, parlando delle tipologie di alimentazione nelle auto oggi è praticamente vero. Come ci stiamo rapportando a tutta questa varietà e a tutte queste novità?
David Giudici, Direttore responsabile testate ACI, ce lo racconta nella seconda parte della nostra intervista.
Buon viaggio!
Raccontaci l’origine della strategia Dacia sul GPL
In realtà, Dacia si riposiziona con la prima edizione della Duster come “low cost”, tramite un’immagine “pop” diciamo “riuscita”, ma poi, come conseguenza del grandissimo successo che ottiene con questa SUV compatta – ricordiamo che il marchio romeno fa parte del gruppo Renault -, cambia strategia di comunicazione e ora si vuole spogliare di questo titolo “low cost” per diventare il marchio cool del mondo outdoor, del mondo giovane, pratico, dinamico, sportivo, e ci sta riuscendo.
La nuova Duster è una macchina molto interessante. Il concetto del GPL è stato cavalcato nel periodo “low cost” e ha funzionato molto bene perché si sposava con quella filosofia, con quella strategia di marketing (che porta ancora oltre il 70% del venduto in Italia), che oggi è però in mutazione. Lo testimonia il fatto che, addirittura, ti vendono la Sandero, e forse anche la Duster, con la possibilità di dormirci dentro grazie a una brandina, quindi outdoor come nuova strategia: auto come sinonimo di libertà di avventura e via così.
Dove andremo a finire?
Diamo per assodato che la destinazione elettrico è inevitabile, quindi è soltanto questione di tempo.
L’industria ha investito troppi soldi per fare una retromarcia: miliardi!! Ora che cosa succederà?
I cinesi si prenderanno la fascia bassa del mercato, arrivando, anche e soprattutto, con modelli piccoli, termici, ibridi, low cost.
Per la fascia medio alta del mercato, e per compiere la transizione verso l’innovazione, è necessaria una radicale mutazione del nostro approccio all’automobile.
Non più acquisto, bensì noleggio a lungo termine e leasing e altre formule di finanziamento affrontabili, da qualche centinaio di euro al mese.
D’altronde, sappiamo che l’automobile più cara è un investimento pessimo: decine di migliaia di euro investite con una svalutazione immediata del 22% il giorno in cui ritiri l’auto (IVA), a cui si aggiunge una svalutazione negli anni severa, a seconda del modello.
Ma tu puoi comprare un’auto medio-grande spendendo 60.000 € e dopo 3-4 anni averne 20? Non ha senso.
Lasciamo il problema alle case automobilistiche o alle società di renting.
Chi non saprà cambiare questo approccio all’automobile nuova continuerà a usare l’automobile vecchia e il parco continuerà a invecchiare.
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To be continued…
Se non hai ancora letto la prima parte dell’intervista, puoi recuperarla qui!